Tagli Regione Sicilia: dirigenti più pagati in pensione a 53 anni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Luglio 2014 - 10:33 OLTRE 6 MESI FA
Regione Sicilia, tagli col trucco: dirigenti più pagati in pensione a 53 anni

Tagli Regione Sicilia: dirigenti più pagati in pensione a 53 anni

ROMA – Bastano 53 anni per portarsi a casa una pensione d’oro. Bastano, nel parlamento siciliano che ha avviato la stagione dei tagli ma proprio non ce la fa a eliminare l’ultimo privilegio. Una decina di dipendenti dell’Ars si metterà a riposo, di qui a qualche mese, con notevole anticipo rispetto ai colleghi di altre pubbliche amministrazioni e con un assegno superiore a 240 mila euro annui.

Scrive Emanuele Lauria su Repubblica:

L’effetto paradossale di una norma definita virtuosa: i vertici dell’Assemblea, infatti, hanno approvato lunedì una delibera con cui si pone un tetto agli stipendi faraonici di alcuni funzionari. Per evitare nuovi casi come quello del segretario generale Sebastiano Di Bella, che è arrivato a percepire un compenso da oltre mezzo milione di euro l’anno, il consiglio di presidenza dell’Ars ha stabilito, per i propri dipendenti, un limite massimo al reddito pari a 240 mila euro. Ma ha subito indicato una via d’uscita ai superburocrati così duramente (si fa per dire) colpiti. I grand commis possono fare subito domanda di quiescenza, evitando l’onta del taglio in busta paga e conservando il diritto a una pensione più che corposa.

Il primo a usufruire del trattamento di favore è stato Di Bella, il funzionario diventato famoso per il suo stipendio da 1.500 euro al giorno (lordi, per carità): ha già lasciato l’amministrazione e, a 61 anni, godrà di una pensione senza sconti. Ma dell’opportunità si avvantaggeranno anche i colleghi più giovani di Di Bella, la maggior parte titolari di ufficio e di indennità doppie rispetto ai parigrado di altre regioni. Infatti, pure in materia previdenziale, l’Assemblea regionale siciliana è allineata al Senato (l’unico consiglio regionale che ha questa prerogativa) e a Palazzo Madama la riforma Fornero è stata applicata solo in parte. Secondo un calcolo che tiene conto dell’anagrafe e dei contributi versati, il personale dell’Ars assunto prima del 1998 può andare in pensione anche a 53 anni, seppure con qualche penalizzazione.

Il fenomeno si verificherà nella finestra previdenziale prevista per ottobre, come conferma il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone: «Sì, ci sono dirigenti della classe ‘61 nel gruppo che andrà in pensione». Ecco materializzarsi l’ultimo beneficio fuori dal tempo, nel teatro dell’autonomia siciliana, per la furia dello stesso presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, impegnato con il governatore Rosario Crocetta in una gara all’eliminazione dell’ultimo spreco. Proprio ieri mattina Ardizzone, che vede la sua istituzione «sotto l’attacco concentrico della stampa nazionale», ha sbandierato risparmi per 71 milioni in questa legislatura, figli soprattutto della riduzione degli stipendi di deputati regionali e dipendenti del parlamento. «Non sappiamo più come difenderci — dice Ardizzone — Mettiamo il personale in pensione per snellire l’organico e ridimensionare i costi. Ora dobbiamo rispondere delle maxi-pensioni?» (…)